Alcuni spunti dal messaggio di papa Francesco al Forum economico mondiale 2024

L’incontro del Forum economico mondiale di quest’anno si svolge in un clima molto preoccupante di instabilità internazionale. Il vostro Forum, volto a guidare e a rafforzare la volontà politica e la mutua cooperazione, offre un’importante occasione per l’impegno multipartecipativo a esplorare modi innovativi ed efficaci per costruire un mondo migliore. È mia speranza che i vostri dibattiti tengano conto dell’urgente bisogno di promuovere la coesione sociale, la fratellanza e la riconciliazione tra gruppi, comunità e Stati, al fine di far fronte alle sfide che abbiamo dinnanzi.

Purtroppo, quando ci guardiamo intorno vediamo un mondo sempre più lacerato, dove milioni di persone — uomini, donne, padri, madri, bambini —, i cui volti in gran parte non conosciamo, continuano a soffrire, non ultimo per gli effetti di conflitti prolungati e guerre presenti. Tali sofferenze sono esacerbate dal fatto che «le guerre moderne non si svolgono più solo su campi di battaglia delimitati, né riguardano solamente i soldati. In un contesto in cui sembra non essere osservato più il discernimento tra obiettivi militari e civili, non c’è conflitto che non finisca in qualche modo per colpire indiscriminatamente la popolazione civile» (Discorso ai Membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, 8 gennaio 2024).

La pace a cui anelano i popoli del nostro mondo non può essere altro che il frutto della giustizia (cfr. Isaia 32, 17). Pertanto, esige qualcosa di più che il semplice mettere da parte gli strumenti di guerra; esige che si affrontino le ingiustizie che sono le cause alla radice del conflitto. Tra quelle più importanti c’è la fame, che continua ad affliggere intere regioni del mondo, mentre altre sono segnate da uno spreco eccessivo di cibo. Lo sfruttamento delle risorse naturali continua ad arricchire pochi, lasciando intere popolazioni, che sono le beneficiarie naturali di tali risorse, in uno stato di indigenza e povertà. Né possiamo ignorare il diffuso sfruttamento di uomini, donne e bambini costretti a lavorare per salari bassi e privati di prospettive reali di progresso personale e di crescita professionale. Com’è possibile che nel mondo attuale ci siano ancora persone che muoiono di fame, sfruttate, condannate all’analfabetismo, prive di assistenza sanitaria di base e lasciate senza un riparo?

Confido pertanto che i partecipanti al Forum di quest’anno siano consapevoli della responsabilità morale di ognuno di noi nella lotta contro la povertà, nel raggiungimento di uno sviluppo integrale per tutti i nostri fratelli e sorelle e nella ricerca di una pacifica coesistenza tra i popoli. È questa la grande sfida che il presente ci pone dinanzi.

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