2° incontro tematico

La conversione ecologica integrale come responsabilità comune

In preparazione all'Arena di Pace

L’ecologia integrale come una questione nodale e che va affrontata insieme, come società civile, con scelte concrete dal basso, in tutti gli ambiti, anche in quello del lavoro. In queste le parole del vescovo Domenico Pompili si condensa il secondo convegno sui temi di “Arena di pace 2024”.

 

Nel Salone dei Vescovi di Verona si è parlato di ambiente ed ecologia integrale, partendo da con due testimonianze concrete: Banca Etica, con la sua attenzione negli investimenti e le Mamme No Pfas; due loro rappresentanti hanno presentato il dramma che hanno dovuto affrontare, quanto hanno messo in campo in questi anni e lanciato l’appello per il superamento della logica di morte che soggiace a molte scelte economiche e sociali.

Al tavolo dei relatori sono salite poi altre tre donne, di competenza ed esperienza diversa, moderate da Marta Bobbio.

Stefania Brancaccio, vicepresidente Ucid ha sottolineato come “si può essere imprenditori e dirigenti d’azienda, avendo come riferimento la cura delle persone e lavorando sotto l’egida della dottrina sociale della Chiesa”.

Thalassia Giaccone, del Movimento Laudato Si’, dopo aver raccontato l’opera dei circa 2120 Circoli Laudato Si’ in tutto il mondo per la conversione ecologica, ha parlato dei possibili cambiamenti ma soprattutto di come il termine “conversione” tenga al suo interno tanti significati: ritornare, ricredersi, cambiare mente, cuore ed anima. Ha specificato: “Si tratta di tornare alla visione del Creatore: amore relazionale. Quindi ha sottolineato come tutto sia già presente nel libro della Genesi: il vedere tutto come dono di Dio che ha fatto ogni cosa con amore e fecondità, affidando un ruolo e un senso; rispetto al creato all’umanità non è dato il comando dispotico, ma il governo e la cura”. Ha aggiunto: “Siamo interconnessi e per risolvere le soluzioni occorre mettere insieme le diverse prospettive mettendo al centro il bene comune”.

Martina Giacomel, ufficiale del Dicastero Sviluppo umano integrale del Vaticano. Ha inizialmente presentato le Cop, alle ultime due delle quali ha partecipato, come occasione di confronto e possibilità di arrivare a un testo comune da ratificare. Ha esemplificato: “Rispetto a Cop28, a Dubai, i rappresentanti della Santa Sede ha portato le voci della società civile da tutto il mondo, soprattutto nel chiedere agli Stati di riconoscere la necessità di un impegno comune”. Il risultato? “Può essere visto come un bicchiere mezzo pieno ma anche mezzo vuoto: si dovrà vedere le scelte concrete, anche in tema finanziario, pure delle prossime Cop”.