Verso Arena di pace

Fede e denaro: un confronto ecumenico

Le chiese tra etica, economia e finanza

Nella cornice di “Sala Africa” presso la comunità dei Missionari Comboniani della Diocesi di Verona, giovedì 18 aprile si è svolto un incontro di grande risonanza sulla tematica Fede e Denaro. Le Chiese tra etica, economia e finanza, arricchito dalla partecipazione di Banca Etica. Un dibattito ecumenico tra Chiese che ha offerto un’opportunità unica di esplorare le complesse intersezioni tra i princìpi morali della fede e le dinamiche economiche contemporanee. Al tavolo del confronto sono saliti i rappresentanti delle Chiese cristiane di Verona: mons. Domenico Pompili, vescovo della Diocesi scaligera; Laura Testa, pastora della Chiesa valdese; padre Gabriel Codrea, sacerdote della Chiesa ortodossa romena e il pastore Georg Reider della Chiesa Luterana.

Il concetto di mercato è emerso al centro del dialogo come luogo paradigmatico d’incontro, dove si intersecano tre ambiti fondamentali: etica, economia e finanza. Alcune domande chiave sono state sollevate: in quale di questi ambiti dovremmo investire il nostro impegno e le nostre risorse? Quali sfide incontrano le Chiese cristiane in questi ambiti? Come possiamo raccogliere nell’oggi ciò che ci hanno insegnato figure come Francesco di Assisi, Pietro Valdo, santa Filofteia di Arges e Martin Lutero in ambito di fede ed economia?

Attraverso l’analisi di dipinti iconici, quali il tradimento di Gesù da parte di Giuda (Mt 26,15) e l’episodio della Tassa per il Tempio (Mt 17,27), è stato evidenziato il ruolo del denaro come strumento al servizio del bene comune. Il dibattito ha sottolineato l’importanza di perseguire insieme un tesoro comune, fondato su valori di pace e solidarietà, in linea con l’essenza stessa del messaggio evangelico.

La custodia di questo tesoro condiviso è emersa come una delle sfide più rilevanti per questi tempi. Padre Gabriel Codrea ha posto l’accento sulla complessità della vita e sul rapporto con i beni materiali, sottolineando l’urgenza di una responsabilità condivisa per il creato e per il bene comune. Ha invitato dunque alla testimonianza di una visione che superi il consumismo e promuova la sobrietà come virtù cardinale. Il rapporto con i beni materiali nella vita cristiana è sempre esistito – afferma Codrea – ed emerge nella santa liturgia eucaristica nella quale il sacerdote dice: «ti offriamo tutto e per tutti». Tutto ciò che ci circonda è creato da Dio e donato all’umanità chiamata alla missione di custodia. L’essere umano nella Chiesa ortodossa è concepito come sacerdote del creato. È una missione di responsabilità per tutto ciò che lo circonda. Codrea è figlio di contadini del nord-est della Romania e da loro ha appreso la ricchezza dei lavori manuali: la finanza – continua padre Gabriel – dovrebbe aiutare a fare progetti di vita, realizzati con il sudore delle nostre mani.

La pastora Laura Testa enfatizza l’importanza di trasformare la fede in azione quotidiana, incoraggiando a investirla attivamente per il bene degli altri, praticando la generosità e la gratuità. Utilizzando una potente metafora, Testa paragona la fede a una “mano santa” che guida le nostre azioni di custodia e condivisione. Sottolineando l’importanza di “spendere la fede”, simile al denaro che acquista valore quando viene condiviso, ammonisce contro l’idolatria del denaro stesso, evidenziando che la vera ricchezza sta nella condivisione e non nell’accumulo egoistico.

Mons. Domenico Pompili richiama l’attenzione sull’importanza dell’economia come concetto biblico, strettamente legato alla giustizia e alla solidarietà: evidenziando il dovere di destinare il denaro al bene comune, sottolinea il rischio di trasformarlo in un idolo della modernità. Il vescovo della Diocesi scaligera richiama alla virtù della sobrietà, ricordando che Attilio Nicora – già vescovo di Verona (1992-1997) – ha scritto due lettere pastorali rispettivamente sulla sobrietà e sulla castità, invitando l’uditorio alla loro rilettura. La sobrietà – afferma mons. Pompili – è il contrario dell’ebbrezza, di ciò che è sregolato, fuori dalle righe. La nostra è una società ebbra di consumi, una società dell’apparenza, del narcisismo. È importante riscoprire, invece, l’equilibrio, la sostenibilità, il senso della misura importanti per la nostra identità. L’opposto della semplicità – continua Pompili – è la vita frammentata: un eccesso di cose e oggetti che ci tolgono l’energia e che ci impediscono di perseguire una linea chiara nella vita. Se siamo troppo frammentati ci disperdiamo. La sobrietà ci fa meglio percepire l’altro riscoprendone i diritti e i bisogni. Tutto ciò che è ridondante ci fa perdere di vista ciò che è essenziale; ci fa perdere l’alterità.

Il pastore Georg Reider cita l’esempio di Lutero nella promozione della generosità e della sobrietà, evidenziando la necessità di un approccio equilibrato all’uso del denaro. Il monaco agostiniano spesso misconosciuto per la sua riforma religiosa, aveva anche avviato una riforma finanziaria, aspetto poco noto della sua opera. Per lui, la generosità rappresentava un valore cardine: significava non essere oppressi dall’ansia di non avere abbastanza e rifletteva la fiducia nella provvidenza divina. L’idea di gratuità era centrale nel suo pensiero: in una società dove tutto sembra avere un prezzo, la vera libertà risiede nella capacità di donare senza riserve. Anche nel contesto del luteranesimo, la sobrietà riveste un ruolo cruciale, evidente nelle pratiche liturgiche e nell’architettura delle chiese stesse.

L’incontro ha sicuramente gettato una luce nuova e acuta sul complesso intreccio tra fede e finanza, offrendo spunti profondi di riflessione su come conciliare i valori evangelici con le sfide economiche contemporanee. Ogni parola pronunciata dai rappresentanti delle Chiese di Verona ha sottolineato l’urgenza di un approccio equilibrato e responsabile all’uso del denaro. Che questo confronto non sia solamente un momento fugace, ma un grido d’allarme e un invito alla trasformazione radicale delle nostre pratiche economiche verso una maggiore giustizia, solidarietà e sobrietà. Soltanto abbracciando queste virtù con coraggio e determinazione, potremo sperare di custodire il tesoro della nostra umanità e lasciare un’eredità di valore per le generazioni future.